Giuseppe Dessì – prof Duilio Caocci
Mercoledì 14 dicembre una data attesa per riprendere argomenti di letteratura sarda superbamente esposti dal prof Duilio Caocci che si è ripromesso di farci fare un percorso tra i più i importanti scrittori sardi ad iniziare dalla Deledda per poi approfondire Enrico Costa, Giuseppe Dessì e Salvatore Satta.
È di Giuseppe Dessì che la lectio si occupa, uno scrittore nato a Cagliari il 7 agosto 1909 che trascorse a Villacidro, una difficile, inquieta adolescenza. La scoperta casuale di una biblioteca murata fu l’occasione per disordinate letture filosofiche e letterarie che finirono per risultargli utili nel suo sregolato percorso di studi,
L’intervento del padre – ufficiale, e eroe della prima guerra mondiale – e un tardivo corso regolare di studi (Dessì fu allievo di Delio Cantimori, allora giovanissimo storico, al liceo “Dettori” di Cagliari) portarono nel 1931 quello che era stato un tempo uno studente ribelle in una delle città universitarie più prestigiose d’Italia, alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Pisa. Lì Dessì frequentò, oltre a Varese che aveva già conosciuto in Sardegna, grazie a Cantimori, Aldo Capitini. Si laureò nel 1936, con una tesi su Manzoni discussa con Luigi Russo.
Quasi sempre lontano dalla Sardegna essa fu sfondo costante di romanzi e racconti drammatici e testi di preciso impegno politico come La trincea che inaugurò nel 1962 la seconda rete televisiva.
Dessi pone i fatti storici a fondamento dei suoi romanzi e su di essi imbastisce le sue storie con l’intento politico di far conoscere quanto certe leggi piemontesi abbiano scatenato nella sua Sardegna disastrose conseguenze sociali, come “L’Editto delle chiudende” che mise in drammatico contrasto la classe dei contadini contro quella dei pastori.
Nel suo capolavoro “Paese d’ombre” Dessi raccontando la vita, dall’infanzia alla vecchiaia, di Angelo Uras, coglie l’occasione di mettere in luce temi importanti come quello ecologico e dello sfruttamento tra ricchi e poveri;
Dessì fu costretto a spostamenti continui da una contrastata carriera di Provveditore agli Studi che si concluse a Roma, dove visse per oltre un ventennio fino alla morte avvenuta il 6 luglio del 1977.
Premiato in numerosi concorsi (si ricordi il Premio Strega assegnato nel 1972 a Paese d’ombre, tradotto subito nelle più importanti lingue) i libri di Dessì non sono ancora conosciuti e diffusi come meriterebbero.
In seguito a generosa donazione della moglie Luisa Babini e del figlio Francesco Dessì-Fulgheri le carte Dessì sono da anni depositate all’Archivio Contemporaneo di Firenze, a disposizione degli studiosi.
Dopo questa piacevole immersione nell’opera di Giuseppe Dessi i soci ringraziamo il prof. Caocci e lo salutano con un arrivederci carico di curiosa attesa per i prossimi incontri destinati a farci conoscere altri tasselli importanti della nostra letteratura come Salvatore Satta, Salvatore Farina e Sergio Atzeni.