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resoconto viaggio a Cagliari 12/01/2019

L’Unitre in visita nelle bella Cagliari

Proseguendo nel proposito come Unitre di isili di esplorare i siti sardi spesso sconosciuti a chi l’isola la abita piuttosto che ai turisti che la visitano, questa volta siamo tornati per l’ennesima volta a Cagliari che visitiamo sempre volentieri non solo per lo shopping ma per godere delle sue ricchezze culturali.

Favoriti da una giornata splendidamente assolata anche se freddissima, imbacuccati e felici accompagnati da un esperto come Marcello Polastri, speleologo, saggista e giornalista ed esperto di cose sarde andiamo alla scoperta del parco San Michele dove in cima svetta il castello medievale di San Michele e da lassù godiamo di una vista mozzafiato: la pianura del Campidano, Monte Urpinu, l’adiacente parco di Monte Claro, il porto e la Sella del Diavolo.

La funzione del castello, situato sulla cima di uno dei colli più alti di Cagliari, era naturalmente quella difensiva per poi divenire una lussuosissima residenza nel secolo successivo, quando appartenne al conte Giacomo Carroz e a sua figlia Violante, detta “La sanguinaria”.
Da residenza nobiliare a stazione radio militare il Castello non ha perso il suo fascino, arricchito e circondato da un grande parco, dal 2001 è divenuto centro d’arte polivalente, sede di alcune delle manifestazioni artistiche più importanti degli ultimi anni.

Aver percorso le sale con una guida come Marcello che con il suo racconto ci fa immergere in atmosfere storiche suggestive, con le sue tragiche vicende e protagonisti che si muovono in epoche ormai lontane, ma ancora capaci di commuovere e  coinvolgerci come quando apprendiamo l’utilizzo che del maniero se ne fece trasformandolo in lazzaretto nel 1652, durante un’epidemia di peste.

La giornata, dopo aver consumato un lauto pranzo presso il ristorante di Ziu Ninu a Pirri continua con la visita a Villa Clara lo storico manicomio, primo vero e proprio ospedale psichiatrico della Sardegna.

Erano gli anni Novanta del XIX secolo, racconta Marcello, quando la Provincia di Cagliari iniziò a prendere i primi provvedimenti in merito alla gestione dei pazienti psichiatrici. Furono costruiti così vari padiglioni dislocati nell’area del colle, collegati da vialetti e isolati dal resto del contesto cittadino da altissime mura. Costruite sì per evitare la fuga dei degenti, ma soprattutto per evitare che i cagliaritani vedessero quanto vi sarebbe accaduto all’interno.

Il 18 marzo 1998 l’istituto fu chiuso e gli edifici abbandonati, senza che una soluzione fosse trovata per quei pazienti che, così, si ritrovarono improvvisamente liberati ma al contempo incapaci di reinserirsi in società, sprovvisti di qualsiasi aiuto. Le strutture furono quindi acquistate poi dalla Asl Cagliari, che scelse di ristrutturarli e trasformarli in un Centro della Salute, ancora oggi in uso.

La camminata si conclude con la visita della Villa Clara che porta ancora i simboli del fascismo con le sue aquile e i due fasci littori del cancello d’ingresso. La palazzina è oggi una biblioteca frequentata da giovani universitari e da visitatori vari.

Con l’animo stretto dai racconti di persone che hanno vissuto il dramma della follia e le cui storie si evincono dalle migliaia di cartelle cliniche conservate negli archivi storici rientriamo a Isili nelle nostre calde case ripensando con mestizia a quegli  uomini e donne sfortunati, di un tempo che ci auguriamo trascorso per sempre.

giovanna

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