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NURALLAO dal Dizionario di Goffredo Casalis

DIZIONARIO

GEOGRAFICO

STORICO – STATISTICO – COMMERCIALE

DEGLI STATI DI S. M. RE DI SARDEGNA

COMPILATO PER CURA

DEL PROFESSORE

GOFFREDO CASALIS DOTTORE DI BELLE LETTERE

Pag 739 – NURALLAO

NURALLAO, NURALLA e come pronunziano i paesani cangiando il doppio ll in dd Nuradda, villaggio della Sardegna nella provincia d’Isili e nella prefettura d’Oristano sotto il mandamento di Laconi, era compreso nella Parte Valenza, antico dipartimento del Giudicato di Arborea.

La sua situazione geografica è nella latitudine 39° 47′ 50” e nella longitudine occidentale dal meridiano di Cagliari 0° 2′ 50”.

Siede sopra un’eminenza esposto a venti sani coperto dal levante per l’alto margine del Sarcidano, gode una mite temperatura nell’inverno e patisce poco da temporali. L’aria sarebbe più salubre, se non si lasciassero ferme le acque in alcuni siti.

Il suo territorio è assai esteso, e in parte non piano. Mancano le sorgenti, ma scorrono alcuni rivi e il fiume del Sarcidano o Botrani, che nel tempo piovoso gonfiasi e tal­volta rapisce quelli che tentano i guadi.

La mineralogia di questo paese non è bene esplorata. I paesani usano di certa argilla assai abbondante in queste regioni per la fabbricazione di vasi, che vendono nei dipar­timenti d’intorno.

Alcuni salti del Nurallese sono ingombri da piante ghian­difere, quercie, soveri e lecci, alle quali sono frammischiati altri grandi vegetabili di specie diversa.

Il selvaggiume non è scarso, e i cacciatori operano con fortuna facendo preda di cinghiali, di daini, di pernici e d’altre specie.

Popolazione. Sono in Nuralla circa 900 anime, distribuite in famiglie 235, e vi si numerano annualmente nascite 35, ‘morti 24, matrimonii 6.

Questi paesani sono gente pacifica e laboriosa, di umor allegro, e amanti delle ricreazioni e del ballo.

La malattia che solitamente è fatale è il dolor laterale per la poca cautela in preservarsi nelle troppo frequenti e sentite variazioni termometriche dell’atmosfera secondo che variano i venti.

Pur tra i nurallesi l’agricoltura è la principal professione, quindi la figulina, poi la pastorizia, dopo questa i mestieri per i bisogni del comune, l’arti de’ muratori, fabbri ferrai falegnami, ecc.

Nella figulina non lavorano meno di 60 individui e fanno varie opere sebbene grossolane. Siffatte manifatture sono poi mandate nelle fiere su carri o ne’ canestri sul basto de’ca­valli, e si portano da uno in altro paese per fornirne alle famiglie che ne han d’uopo. ~

Le donne quando han fatte le faccende domestiche pon­gonsi alla tessitura della lana e del lino, e in tutto il paese non Saranno in opera meno di 200 telai.

Alla scuola primaria concorrono circa 25 fanciulli.

Agricoltura .Il territorio di Nuralla è fertile quant’altro de’migliori, e se non manchino le pioggie, se non inter­vengano influenze nocive, i suoi frutti sono copiosi.

La seminagione ordinaria si determina a starelli di grano 900, d’orzo 250, di fave 100, di granone, fave, fagiuoli, lenticchie ecc. 150, di lino 70.

La fruttificazione ordinaria e’ del 10 per il grano, del 16 per l’orzo, del 12 per le fave, dell’8 pei legumi ecc.

La vigna trovasi in ottimo clima, e le molte varieta di viti danno buon frutto ma la vendemmia è così scarsa, che non si ha la sufficienza per il paese. Del mosto una piccola porzione si cuore per la sappa della provvista delle famiglie.

Le piante fruttifere in numero di circa 10 mila sono di molte specie e varietà. Tra esse però finora non si può nominare il gelso.

Le tanche sono più che cento, le quali però forse non com­prenderanno mille starelli di terreno.

In esse si semina qualche tratto o si introduce il bestiame domito alla pastura.

Pastorizia. Nel bestiame manso si numerano buoi 500, cavalli 60, giumenti 130; nel rude cavalle 250, capre 2000, pecore 3500.

I formaggi sebbene manifatturati con poca arte non man­cano di pregio.

Religione. I nurallesi sono sotto la giurisdizione dell’ar­civescovo di Oristano e curati nelle cose divine da un par­roco, che dicesi rettore, con l’aiuto di un altro prete.

La chiesa parrocchiale è intitolata da s. Efiso martire e patronata da s. Pietro Apostolo.

Le chiese minori erano già quattro, una nel paese, dove ancora si ufficia, le altre nel salto, dove già si cessò da eser­citarvi il culto. La prima si appella da s. Sebastiano, che fu eretta per voto a spese comuni dopo cessato il flagello della peste, delle altre già cadute erano titolari s. Lucia v. e m.., il Santo Salvatore , e s. Antonino.

Antichita’. Di Costruzioni noragiche se ne riconoscono an­cora sei, e sono dette, nuraghe de Pardu-Pira, nur. Olia, n. di Sarcidano, n. Puiolu, n. de Planu.Fais, n. de Trama­lizzu. Il penultimo degli indicati è maggior degli altri e assai cospicuo per la sua situazione in eminenza. In esso furono trovate varie medaglie, lucerne di terra e di bronzo ecc.

Nel luogo detto Domu de Geronima si trovarono vestigia di antica popolazione e molte anticaglie;

parimenti come nel sito che dicono Coni, dove sono alcune pietre con tali. note che nessuno de’ letterati (!!!) del paese han saputo finora diciferare.

Nel distretto che dicono Casteddu sono osservabili alcune grandi pietre piramidali lavorate con arte: in altra parte alcune caverne che servono d’abitazione a’pecorai nel tempo che non vi è vidazzone.

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