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Is fogus de Santu Antoni

Is fogus de Santu Antoni

Chi sa per quanto tempo l’uomo visse con angoscia l’illanguidirsi del sole nelle giornate più corte dell’anno. Da prima impercettibilmente, via , via sempre più in fretta Crabieli[1] accorcia il suo sentiero nella volta del cielo. Sembra stanco, si alza sempre più tardi la mattina e si ritira sempre più presto la sera. Ad allungarsi paurosamente è il buio. Una volta non c’erano le Kessler o Renzo Arbore a sussurrarci quanto sia tenera la notte.
Si riprendeva sì, Gabriele, tornando in sei mesi agli antichi splendori ma, chi poteva garantire che avrebbe continuato a farlo? E se non fosse più venuto su, se la notte fosse scesa una volta per tutte? Chiudete gli occhi e pensateci: eutanasia per giusta causa. È terribile essere cieco. Il cieco però il sole lo sente, lo sente nella pelle, nella carne, più di chi vede. E quando lo sente nell’anima è capace di grandi cose. “Gli uomini sono tutti uguali”. Ma quando mai? Ci sono quelli del sole e quelli delle brume. Per essere tutti uguali, la Terra dovrebbe essere piatta, non sferica.
Era necessario intervenire, dare una mano al sole, rinvigorirlo. E cosa c’è di meglio di un gran fuoco, che penetri il freddo di una notte di metà Gennaio, quando Crabieli da i primi timidi segni di ripresa, per dargli la spinta decisiva? Poi venne il Mito e Prometeo che ci diede il fuoco carpendolo agli dei. Gli costò l’incatenamento sulla rupe e il rostro di un’aquila che gli rodeva il fegato, ogni giorno, ché ogni notte ricresceva come se niente fosse, perché il supplizio continuasse.
Noi, con più bontà, abbiamo mandato Sant’Antonio, cun su bacullu de feurra[2], e il suo maialino, all’inferno, a rubare il fuoco al diavolo. E, visto che c’era, con quel fuoco, ci curò pure l’Herpes zoster, detto per ciò su fogu de Santu Antoni. In più, dal fumo di quel gran fuoco si traevano gli auspici sull’annata agraria e le ceneri sparse nei campi erano garanzia di buoni raccolti.
Ben poco, per non dire nulla, è rimasto di tutto questo nella vita dei nostri giorni, quando, nella notte del 16 Gennaio, ci raduniamo attorno a su foghidoni de Santu Antoni. Come sempre succede, finisce tutto a salsiccia e vino, cosa che non guasta in tempi avventurati come questi, di Grilli, di Trump e di fenomeni ancora peggiori.

Efisio Loi

[1] Uno dei nomi con cui a Isili si indica il sole
[2] Il fusto dell’infiorescenza della ferula.

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