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Il trenino verde Mandas – Niala

 

 

Visitare l’interno della Sardegna con il trenino verde può sembrare un’operazione masochistica, ore e ore sballottati su sedili stretti e scomodi, aria afosa nonostante i finestrini aperti, una folla di turisti cicalanti protesi a guardare dietro i vetri il paesaggio che corre tra le campagne e i boschi circostanti.

 

Che cosa spinge tanta gente ad affrontare tale prova se non la volontà di scoprire una Sardegna diversa da quella che le cartoline che immortalano la Costa Smeralda non dicono e che fingono non esista se non in quell’interno dell’isola quasi sconosciuto che convive silenzioso e solitario con le sue genti, le sue tradizioni, i suoi boschi e le sue campagne assolate.

 

Per chi come noi, ha percorso in questi giorni la tratta Mandas – Niala la prima impressione è stata quella di passare pigramente in mezzo a campi ingialliti di cereali falciati tra greggi lente e assonnate, per poi transitare tra i vigneti di Nurri e Orroli prima di immergerci nei boschi di Sadali e di Ussassai dove picchi di rocce dalle pareti a strapiombo si ergono in mezzo ad un verde lussureggiante fatto di lecci, sughere, roverelle, lentischi, cisti, corbezzoli cresciuti ad alberelli, aceri, olmi, tigli, fillirea e agrifogli e quella varietà infinita di vegetazione che tanto ricco fa il paesaggio sardo.

 

Lungo la ferrovia vicino al caratteristico profilo di “su Ponti ‘e Irtzioni, in uno dei punti più famosi dell’intero Gennargentu ci siamo fermati per arrampicarci sui fianchi della montagna ricca di acque, forre, laghetti e ruscelli per poi ristorarci nell’agriturismo situato in quel luogo apprezzando i pasti tipici di una Sardegna eterna con i suoi maialetti arrostiti, la sua salsiccia , i suoi gnocchetti e tanto altro ancora.

 

È grazie al trenino, fortunatamente sopravvissuto ai tentativi di soppressione, che gente come me può godere di una natura incontaminata, di splendidi paesaggi e di una realtà che meriterebbe di essere conosciuta e valorizzata come patrimonio dell’umanità.

giovanna casapollo

 

 

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