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La ‘Semana Santa’ a Siviglia

 

La Spagna cattolica con i suoi rituali di penitenza delle confraternite medioevali che sfilano in solenni processioni durante la “Semana Santa” si presenta agli occhi meravigliati di turisti come noi, in tutta la sua magnificenza.

Migliaia di uomini incappucciati sfilano compunti con dei lunghi ceri accesi, croci e turiboli dove brucia l’incenso davanti alle “andas” su cui poggiano le immagini sacre, tra cui la “Viergen de la Esperanza Macarena sui “pasos”, carri processionali molto pesanti dove la madonna è addobbata con abiti ricchissimi e coperta di gioielli preziosi.

Ogni chiesa ha la sua confraternita, ben 57 sfilano passando per le strade strette del centro fino alla Cattedrale, per poi fare ritorno. Ogni processione può durare dalle quattro alle dodici ore, accompagnata da eleganti bande musicali.

Sostando lungo i bordi delle strade in mezzo ad una fitta folla di sivigliani e di turisti abbiamo assistito commossi e incuriositi, allo sfilare di donne uomini e bambini che con le loro mantelle diversamente colorate a secondo dell’appartenenza ad ogni congregazione manifestavano la loro fede profondamente sentita.

Naturalmente la visita a Siviglia per assistere alle cerimonie sacre, non ci ha impedito di visitare la splendida cattedrale e il Real Alcazar, palazzo reale nato nell’undicesimo secolo sui più antichi resti di un quartiere islamico in una combinazione armoniosa di arte, storia e cultura.

L’occasione preziosa di sostare nella calda Andalusia ci ha consentito inoltre di visitare l’altro gioiello andaluso situato a Cordova: la Moschea, costruita nel 785 dopo aver demolito la chiesa cristiana di S. Vincente, un edificio che diventerà il santuario più importante di tutto l’islam occidentale.

Camminare lungo le strade larghe e alberate della Siviglia moderna, ci ha fatto apprezzare la cura con cui i sivigliani trattano la propria città, la pulizia dei luoghi, la scorrevolezza del suo traffico e perché no…il modico costo delle corse in taxi.

Ma visitatori curiosi come noi oltre ad apprezzare i piatti tipici nei caratteristici ristoranti del centro storico come la paella, il baccalà e il profumatissimo prosciutto, non potevano privarsi dello spettacolo suggestivo del flamenco. È in questo momento che la cultura gitana si propone con una una danza così peculiare da renderla indimenticabile ed eccezionale ai nostri occhi, accompagnata da un canto che riproduce quasi il lamento inconsolabile di uomini che manifestano la personalità passionale degli andalusi.

giovanna

 


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