Le foto della gita a Buggerru
Ecco le foto della gita a Buggerru, se avete dei commenti da fare sulla giornata potete inserirli in questa pagina.
Non mi abituerò mai alla natura sarda, eppure sono passati tanti di quegli anni che ormai dovrei dire di esserne assuefatta.
La corriera scorre lungo le strade che ci porteranno a Buggerru, i boschi di sughero e di lecci fioriti ci fanno sentire immersi in un paesaggio da paradiso terrestre.
Le rocce spiccano con guglie bianche e appuntite e in fondo, un mare piatto e immobile tagliando un orizzonte liquido e assolato, chiude un paesaggio da favola.
La giornata inizia nel belvedere di Isili dove un’arietta frizzante mi fa rabbrividire e un che di primaverile sembra avere solo un fresco profumo di lago che si intravede tra i canaloni di “Is Barroccus”.
I compagni di gita, allegri e cicalanti, salgono sul bus pronti ad affrontare un viaggio che si prospetta piuttosto lungo ma ricco di promesse.
I primi paesi scorrono sotto gli occhi ancora mogi dei passeggeri , le macchine passano indifferenti, lasciando la precedenza al grosso autoveicolo che sfila lento tra il traffico mattutino, poi quando i boschi del Marganai si aprono verdi e straripanti, l’attenzione si sveglia, i flash delle digitali si accendono frequenti per cercare di intrappolare immagini di paesaggi da cartolina che tanto stupiscono la sensibilità dello straniero.
Dall’alto della litoranea un mare trasparente rimanda agli occhi dello spettatore rocce sommerse e faraglioni superbi che si ergono a pochi passi dalla costa rocciosa orlata da strisce di sabbia candida e sottile, incontaminata e deserta.
Poi la miniera di Buggerru e la galleria di Henry col suo trenino di ferro che conserva intatto il suo fascino e che fino a trent’anni fa accompagnava la fatica e i sacrifici di tanti lavoratori nelle viscere della montagna.
La comitiva, indossato il caschetto paracolpi e sistemata nei vagoncini del trenino si avvia lungo le buie gallerie mentre dalla guida, loquace e comunicativa, apprende con dovizia di particolari i procedimenti di estrazione e le fasi di lavorazione della calamina, minerale prezioso per le sue qualità e che tante persone aveva attratto da tutte le parti d’Italia per la sua estrazione.
Immagini di uomini donne e bambini sofferenti rivendicano la dignità del lavoro e chiedono rispetto verso un’umanità sfruttata mentre le grida di uno sciopero sporco di sangue riecheggiano ancora nelle pareti di rocce oggi meta di turismo vacanziero.
La gita si conclude attorno ad una tavola imbandita dove cibi saporiti allietano le ore di quella che tutti definiscono un’esperienza riuscita fatta di spensieratezza, allegria e momenti di meditata riflessione.
Giovanna